Aggiornamento del 12 maggio
Dopo le turbolenze seguite al “Giorno della Liberazione”,
i mercati hanno iniziato a stabilizzarsi quando l'amministrazione Trump ha avviato un percorso di de-escalation. A trainare il rimbalzo non è stata una notizia precisa o un dato, ma un allentamento delle tensioni, che sembra aver riportato un po’ di tranquillità nello scenario globale e sui mercati finanziari. Trump ha elogiato i “progressi nei colloqui con la Cina”, ha annunciato un’intesa commerciale con il Regno Unito e ha lasciato filtrare la possibilità di nuovi accordi multilaterali nelle prossime settimane.
Tuttavia, questo non elimina completamente il rischio che le turbolenze possano causare “alcuni danni” all'economia degli Stati Uniti e a quella globale. A tal proposito, mercoledì sera, la FED ha deciso di mantenere invariato il livello dei tassi di interesse, segnalando che non c'è urgenza di intervenire a causa dell'incertezza legata agli sviluppi futuri sui dazi. Il mercato, di conseguenza, prezza attualmente poco più di due tagli entro la fine dell’anno. I rischi di un rialzo dell’inflazione nel breve termine hanno limitato significativamente le possibilità di manovra per Powell.
La settimana ha visto un assestamento per i principali bond governativi. I rendimenti hanno chiuso la seduta di venerdì al 4,41% il Treasury decennale, 2,56% il Bund decennale e a 3,6% il BTP decennale. Lo spread è sceso a 104 punti base, segnando il livello più basso da ottobre 2021.
In attesa degli sviluppi delle trattative tra Cina e Stati Uniti, a cui hanno fatto seguito esiti positivi nel corso del fine settimana, i principali listini americani hanno chiuso la settimana leggermente in negativo (S&P500 -0,47% e Nasdaq -0,27%); al contrario, l’Europa ha chiuso per la quarta settimana di seguito in positivo, con il DAX che ha aggiornato i massimi storici.
L’interpretazione del mercato sembra essere chiara:
torna la propensione al rischio sul mercato azionario e si allontana lo scenario peggiore, che ha come ulteriore effetto un rialzo dei rendimenti, scesi in precedenza prezzando l’aumento della probabilità di una recessione.
A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR