Aggiornamento del 15 settembre
La Banca Centrale Europea,
come da attese, ha lasciato invariato il tasso sui depositi, facendo intendere che dopo otto tagli consecutivi, il ciclo di allentamento monetario sia giunto al termine. A rafforzare l’idea che il Consiglio direttivo non intenda procedere con ulteriori tagli, contribuiscono due elementi: il bilancio dei rischi sulla crescita, ora considerato equilibrato, e la valutazione della BCE, secondo cui gli effetti dei tagli già effettuati debbano ancora trasmettersi pienamente all’economia reale. Nel mese di settembre sono state anche riviste le proiezioni dello staff della BCE, che, rispetto a giugno, segnano un’inflazione leggermente più alta per il 2025 e 2026 e una crescita praticamente stabile intorno all’1%. Il messaggio è stato recepito dai mercati, che ora attribuiscono una probabilità inferiore al 50% a un taglio di 25 punti base del tasso sui depositi entro l’estate 2026.
Negli Stati Uniti, con i dati sui prezzi alla produzione inferiori alle aspettative e quelli al consumo sostanzialmente in linea con le previsioni, si rafforza l’idea che non vi siano nuovi ostacoli ad un possibile allentamento della politica monetaria.
Il movimento delle principali curve obbligazionarie nel corso dell’ultima settimana ha visto i rendimenti della parte breve rimanere invariati o interessati da movimenti di poca entità, considerati gli esiti scontati della riunione della BCE (in Europa) e i dati interpretati come positivi negli Stati Uniti. Al contrario, i tratti più lunghi delle curve hanno visto i rendimenti in calo: in America in particolare grazie alla domanda degli investitori, sostenuta dal livello assoluto raggiunto dai tassi (Treasury trentennale al 5%).
Tutti i principali indici azionari statunitensi,
insieme alla maggior parte di quelli europei, hanno chiuso in territorio positivo. I listini statunitensi, sostenuti dalla convinzione che la FED inizierà con un nuovo ciclo di riduzione dei tassi, hanno superato con successo il banco di prova dei dati macroeconomici di agosto.
Positive, nonostante la crisi di governo francese, anche le performance in Europa, sostenute dall’azione della BCE che ha sancito la conclusione del ciclo di tagli.
Venerdì sera Fitch ha tagliato il rating della Francia da AA- ad A+, mentre l’outlook è stato comunque mantenuto “stabile”.
A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR