Aggiornamento del 22 settembre
FED accomodante, ma non troppo.
La decisione del FOMC di ridurre i tassi di 25pb e di aprire la strada a ulteriori due tagli (possibili ma non certi), entro la fine del 2025, è stata in linea con le attese. L’esito della riunione di mercoledì sera era stato sostanzialmente anticipato dal presidente Powell il 22 agosto a Jackson Hole, ma anche dai deboli dati sull’occupazione pubblicati a inizio mese. La revisione delle aspettative segnala dunque una riduzione complessiva dei tassi di 75 punti base per il 2025, superiore rispetto alla precedente previsione di 50 punti base. Allo stesso tempo, ha rivisto al rialzo le stime sulla crescita economica, mentre ha lasciato invariate le proiezioni su disoccupazione e inflazione.
A muovere i rendimenti della curva americana sono state le parole di Powell in conferenza stampa: infatti, per quanto la decisione fosse ampiamente scontata dai mercati, la retorica del taglio “precauzionale” senza di fatto dare garanzie sui prossimi interventi, ha smorzato gli entusiasmi facendo risalire i rendimenti di circa 6-7 punti base lungo tutta la curva rispetto ai livelli precedenti al meeting.
Poco mossi invece i tassi in Europa, vista la situazione di stand-by da parte della BCE, con il ciclo di allentamento monetario giunto al termine.
Conclusa un'altra settimana positiva per i listini azionari statunitensi,
che hanno aggiornato nuovamente i massimi storici. Le previsioni di soft landing, l’avvio del ciclo di tagli da parte della FED, la crescita positiva e rivista al rialzo e un rischio inflazione che al momento sembra essere sotto controllo hanno contribuito a dipingere uno scenario da “riccioli d’oro” per i mercati azionari e gli asset più rischiosi.
Fitch ha alzato il rating dell’Italia da BBB a BBB+
venerdì sera, con outlook mantenuto “stabile”. La decisione è stata motivata dal miglioramento dei conti pubblici, con un deficit 2024 pari al 3,4% del PIL, inferiore rispetto alla previsione governativa del 3,8%, e con la prospettiva di scendere sotto la soglia del 3% già prima del previsto.
A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR