Aggiornamento del 30 giugno

 

La terza stima del PIL statunitense per il primo trimestre 2025

ha mostrato una contrazione annualizzata dello -0,5%, peggiore delle attese. Il rallentamento è stato guidato da una crescita modesta dei consumi privati (+0,5% contro l’1,2% precedente), segnalando una domanda interna più debole del previsto (rivista all’1,9% dal 2,5%). Inoltre, un incremento anomalo delle importazioni ha pesato negativamente sul dato complessivo. Ricordiamo come i numeri citati siano stati impattati dalle modalità di negoziazione del presidente Trump a partire dal “liberation day”; tali dichiarazioni, infatti, hanno dato il via a comportamenti aziendali atipici, tra cui una corsa all’acquisto di beni soggetti a possibili dazi, alterando la dinamica economica del periodo.

Nel corso della settimana, inoltre, è stato ufficialmente approvato l’accordo che prevede un aumento delle spese militari da parte dei Paesi NATO fino al 5% del PIL entro il 2035. Il piano prevede una suddivisione tra un 3,5% destinato ai requisiti fondamentali della difesa e un 1,5% per il raggiungimento degli obiettivi di capacità dell’Alleanza. Un’analisi più attenta del testo rivela che tale obiettivo sarà raggiunto attraverso l’aggregazione di diverse voci di spesa riconducibili in senso lato alla sicurezza nazionale (defence-and-security-related spending), buona parte della percentuale sarà infatti destinata ad investimenti in infrastrutture.

Venerdì, l’uscita del PCE un decimale sopra le attese del mercato, non ha modificato la dinamica vista sulla curva americana nel corso della settimana: i tassi a breve termine, in linea con l’attuale scenario sposato dal mercato di 2/3 tagli dei tassi entro la fine dell’anno, hanno continuato a scendere più rapidamente rispetto a quelli a lungo termine inclinando positivamente la curva

Venerdì si è quasi concluso un semestre che può essere definito “storico” per lo spread BTP-Bund, sceso a 88 punti base: un livello che non si vedeva da oltre 15 anni.

 

Settimana positiva soprattutto per i listini americani

che nel corso del mese di giugno hanno accorciato le distanze rispetto agli indici europei. Nonostante le incertezze legati ai dazi e al quadro geopolitico siano ancora attuali, S&P 500 e Nasdaq, nel corso della settimana, hanno aggiornato i rispettivi massimi storici grazie al ritorno della spinta dei titoli collegati al tema dell'intelligenza artificiale, Nvidia in particolare (nuovo record anche per il titolo).

 

A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR