Aggiornamento del 5 maggio
Le recenti dichiarazioni del presidente Trump,
dalle quali è emerso un dialogo più costruttivo relativo alle trattative con la Cina e altri Stati e l’allentamento delle tensioni con Powell, sembrano aver riportato un po’ di tranquillità nello scenario globale e sui mercati finanziari.
L’euforia coesiste con i dati relativi alla crescita in netto, ma prevedibile, calo: il contributo delle diverse componenti del PIL evidenzia come sia stata l’anticipazione delle importazioni (+5,03%) a determinare la variazione negativa, incrementando anche le scorte (+2,25%), mentre i consumi finali sono cresciuti del 2,30%, effetto che potrebbe venire meno nei prossimi trimestri.
Al contrario, il report di venerdì relativo al mercato del lavoro si è dimostrato ancora solido, riportando numeri in crescita per nuovi posti creati e stabilità nel tasso di disoccupazione, fermo al 4,2%.
Nelle ultime sedute, l'aumento della propensione al rischio e i dati sull'occupazione negli Stati Uniti, più solidi del previsto, hanno smorzato l'entusiasmo per i bond governativi. I rendimenti sono risaliti soprattutto nella giornata di venerdì, dopo un periodo di assestamento che ha riportato i tassi europei ai valori di fine febbraio, chiudendo la settimana rispettivamente a 4,30% il Treasury, 2,53% il Bund e 3,63% il BTP, con uno spread di 110 punti base.
Significativo recupero nel corso delle ultime settimane per i mercati azionari che sono tornati quasi ai livelli precedenti al 2 aprile (Liberation Day). Nelle ultime cinque sedute l’S&P500 è salito del +2,9% e il Nasdaq ha guadagnato il +3,4%; positive anche le chiusure dei principali listini europei che hanno portato a termine la terza settimana di seguito in positivo.
A contribuire al clima positivo sui mercati
sono stati i risultati della stagione degli utili, ormai quasi terminata: il 76% delle aziende ha battuto le stime di EPS, mentre un più modesto 48% delle aziende quelle di fatturato. Ai dati oggettivamente positivi si è contrapposta la mancata visione prospettica di molte aziende che, data l’incertezza dello scenario futuro, hanno preferito non fornire le guidance, oppure lasciarle invariate.
A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR