Aggiornamento del 10 novembre
Negli Stati Uniti l’attenzione si è concentrata
sulla discussione in Corte Suprema riguardo alla legittimità dei dazi imposti dall’amministrazione Trump ai sensi dell’IEEPA. Diversi giudici hanno messo in dubbio la validità del provvedimento, sottolineando che equivalgono a una forma di tassazione, competenza del Congresso. Secondo le stime di Polymarket, vi è una probabilità del 71% che la Corte ne dichiari parzialmente l’illegittimità . Bloomberg Economics stima che, in caso di revisione, il tasso medio effettivo dei dazi potrebbe scendere dal 14,5% al 6,5%, favorendo consumi e crescita economica. Tuttavia, la riduzione degli introiti tariffari potrebbe ampliare il deficit federale, che nell’ultimo esercizio si è attestato a 1.780 miliardi di dollari. L’impatto si rifletterebbe in particolare sui tassi a lunga scadenza, sensibili all’aumento del fabbisogno di finanziamento. La decisione definitiva è attesa entro metà 2026.
I pochi dati macroeconomici diffusi durante la settimana hanno offerto indicazioni divergenti: l’indice ISM manifatturiero ha registrato un calo rispetto al mese precedente, mentre quello dei servizi ha mostrato un deciso rimbalzo. È il settore che rappresenta circa l’80% del PIL, attestandosi al 52,4, livello più alto degli ultimi sette mesi, segnale che il motore interno dell'economia americana continua a girare.
La combinazione di settore manifatturiero ancora in territorio di contrazione e settore dei servizi in salute, ha determinato negli Stati Uniti inizialmente una discesa dei rendimenti, seguita da un successivo rimbalzo. I tassi sia a breve che a lunga scadenza sono rimasti sostanzialmente all’interno di un range ristretto: intorno al 3,60% il 2 anni e intorno al 4,10% il 10 anni. Pochi spunti anche dal mercato obbligazionario europeo che chiude una settimana con rendimenti di poco superiori rispetto alla precedente: Btp 3,43%, Bund 2,67%.
Il mercato azionario statunitense
ha registrato prese di profitto allineandosi con i timori che le ingenti spese in conto capitale per l’intelligenza artificiale possano non generare ritorni proporzionati nel breve periodo. Nonostante ciò, gli investimenti nel settore restano in forte espansione, con la spesa globale per infrastrutture e potenza di calcolo destinata a superare i 500 miliardi di dollari entro il 2026. Le grandi tech statunitensi mantengono solidi fondamentali, ma le valutazioni elevate rendono il comparto più sensibile a eventuali delusioni sugli utili futuri.
I listini europei hanno registrato
una flessione moderata, penalizzati dal calo dei settori tecnologico e consumer, in scia alla correzione del comparto AI negli Stati Uniti. La tenuta relativa degli indici è stata sostenuta dai finanziari, favoriti da risultati trimestrali migliori delle attese in un’earnings season nel complesso solida.
Nella notte tra domenica e lunedì, dopo 40 giorni, sembra che sia stato raggiunto l’accordo per mettere fine allo lo shutdown governativo.
A cura della Direzione Investimenti di Sella SGR